Ci sono molti percorsi mistici proposti lungo i secoli da eminenti figure della Chiesa. Quello più famoso e rappresentativo è la Triplice via. L’opuscolo De Triplici via di s. Bonaventura sintetizza il cammino del cristiano, secondo uno schema proveniente dallo Pseudo-Dionigi.
Ci sono tre momenti nel percorso mistico: la purificazione, l’illuminazione e l’unione. La struttura dell’opera evidenzia una serie di esercizi ascetici per giungere ad una vita interiore matura.
Questo itinerario prevede atteggiamenti virtuosi che portano ad un costante progresso spirituale. S. Bonaventura dimostra che Dio opera con la sua grazia nel cuore dell’uomo, perché sperimenti la Sua presenza nella propria interiorità. Si tratta di un percorso di trasformazione interiore che porta a vivere un’esperienza di Dio viva e concreta.
Nel momento della purificazione si compie una sana lettura della propria vita per porsi nelle condizioni di vivere un percorso sempre in crescita.
Si tratta di “fare spazio” fuori e dentro di sé, attraverso il distacco da ciò che intralcia la nostra intimità con Dio. Una ferma determinazione crea le condizioni perché la grazia operi in noi liberandoci nel profondo.
Il momento illuminativo consiste nel fatto che la Trinità ispira tutta la riflessione e l’azione della persona, sempre più intenta nel suo progresso spirituale.
Il Signore illumina l’uomo con la sua sapienza se questi apre mente e cuore a Lui attraverso la meditazione e una fede incrollabile. C’è un meraviglioso “incontro” tra la disponibilità della persona e la sapienza di Dio, che le dona grazia e luce in abbondanza. Questa condizione conduce alla lode di chi contempla le meraviglie che Dio compie.
Infine, c’è la dimensione unitiva, nella quale la persona sperimenta la consapevolezza di essere abitata dalla Santissima Trinità e di dimorare in Lei. Si vive nella meraviglia del cammino mistico, come in una danza, come il fluire circolare dell’acqua dell’oceano. Siamo alla maturità spirituale del cristiano che giunge al vertice del suo percorso di fede.